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lunedì 8 giugno 2020

Trovare un senso a dei fenomeni

Per questo post, prendo spunto dall'ultimo meme di Tomas:



Di base l'idea non mi dispiace poi tanto. La musica, il canto, l'esaltazione, l'alcool, il riso, possono essere benissimo veicoli di spiritualità: penso (ma forse è un esempio estremo) alle Baccanti greche, ma forse anche semplicemente le danze sacre e le sostanze psicotrope utilizzate da numerose culture del mondo.

Eppure. questo meme, appena letto, mi ha turbato. Mi riporta a galla ricordi mai veramente sepolti, e proprio per questo sgraditi, perché mai veramente metabolizzati. Sono ricordi (alcuni anche recenti) scomodi, imbarazzanti, quasi clandestini.

Approvare o non approvare? Questo meme ha dato la stura a molte riflessioni, e quindi è certo ben gradito: anche i ricordi imbarazzanti hanno qualcosa da insegnarci.

Seguirei Tomas in questa parte del suo cammino? Di lui certo mi fido a occhi chiusi, come degli altri miei compagni di cammino: di altr*, non so, meglio forse non approfondire più di tanto, perché è un'ipotesi che non riguarda il passato o il presente, ma appunto un futuro molto, molto ipotetico.

Chissà se, quando rivedrò Tomas (spero molto presto), potremo fare insieme anche questo pezzo di percorso: di certo lui mi accoglierà comunque, conosce i miei limiti, come io conosco i suoi. A differenza delle frequentazioni di un tempo, non abbiamo bisogno di fare chissà che la sera, per essere amici e compagni. 

Pietra sopra sul passato? Dopo la grande orgia (si fa per dire, orgia piccina piccina) della vita "sociale da giovani" pensavo di trovare accoglienza presso la "comunità" della fobia sociale, e trovare un senso in quella militanza: un'idea che si sarebbe rivelata piuttosto presto inconsistente, a quell'epoca ancora non potevo trovare comprensione forse in nessun ambiente, ma meno che mai in gente che si riteneva fallita perché il sabato sera nessuno la invitava al pub. Ma qualcosa quell'esperienza mi ha lasciato, se dopo diversi anni sono ancora qui a parlarne.



Scoprii poi la militanza introversa... effimera quant'altre mai, ma quelle idee mi cambiarono per sempre. Poi scoprii, più di recente, che timidezza, fobia sociale, ansia sociale, introversione, estroversione, sono condizioni reali ma relative, relative a molte cose: situazioni di vita, luogo in cui si è, età, persone che si frequentano o si vorrebbero frequentare...

Al tempo del mio innamoramento per la fobia sociale, ero nettamente pro-qualcosa e contro- qualcos'altro, pensavo che le condizioni di cui sopra fossero incise nel granito, ora vedo (in termini buddhisti) il vuoto, la vacuità che sta dietro tali fenomeni, o perlomeno la intravedo. Grazie a un cammino mistico, ma questo è un altro discorso. 

Giacomo Tessaro

domenica 31 maggio 2020

Oltre i cieli

Tomas ci propone una poesia del grande maestro sufi Jalal al-Din Rumi, punto di riferimento fondamentale non solo per il cammino spirituale di Tomas, ma per moltissimi ricercatori sinceri del Divino, che non si accontentano delle dottrine stabilite, ma ambiscono a dissetarsi dalla bocca stessa dell’Amato.


Limite alcuno non ha questo nostro deserto,
pace alcuna non ha questo cuore mio, quest'anima.

Universi su universi hanno preso immagine e forma:
quale dunque di queste immagini è l'immagine nostra?

Se tu vedrai per la strada una testa tagliata
che verso la nostra piazza sta rotolando,

chiedile, chiedile, i segreti del cuore
e ti dirà il nostro mistero nascosto.



Ah potesse, potesse un orecchio mostrarsi,
capace d'intendere dei nostri uccelli il linguaggio!

Ah potesse, potesse un uccello volare
con il rutilante collare dell'arcano di Salomone!

Che dovrei dir dunque? Che cosa sapere? Che questo racconto
è storia troppo alta per il nostro limitato potere.

Ma come tenere il silenzio, se ad ogni momento
questa mente sconvolta mi diventa ancor più sconvolta?

Pernici volano insieme, e falchi
nell'aria sottile della nostra terra montana,

In un aria che è il settimo cielo dell'aria
al cui apogeo brilla il nostro Saturno.

Non sono i sette cieli sotto al Trono, all'Empireo?
Ma oltre l'Empireo ed il Trono corre la nostra folle rivoluzione!

Anzi, a che parlar di brame d'Empireo e di Cieli?
È verso il giardino di Unione Perfetta che vola il nostro sentiero!

Lascia questo discorso e più non chiedermi nulla,
che la nostra storia è interrotta, è spezzata.

E ormai Salah ad Din*, l'amico, ti mostrerà
la bellezza Suprema del nostro Imperatore e Sovrano.


*Salah ad Din è il maestro successore di Rumi

Tratto da Poesie mistiche, Rizzoli, 1994

lunedì 25 maggio 2020

Voglia di eterno lockdown

Il virus, per quanto fonte di tragedia e ansie, era una situazione nuova, così il lockdown.

Sarò impopolare, ma è stato stimolante il periodo fino all'inizio di questo mese. M'interessavo di cose riguardanti il virus, notizie, numero contagi.

Ora la curva è in discesa, non sembrano esserci colpi di scena, tutti sono già usciti mentre io continuo a rimanere nel mio lockdown personale, sono uscito solo un giorno per necessità, e subito tornato a casa, non sono entrato in nessun luogo chiuso.

È tutto molto noioso, adesso. Si è aggiunta l'inevitabile solitudine che mi travolge puntualmente in estate, l'odio per il caldo che ormai si fa già sentire. Le uniche notizie sono per gli imbecilli che escono e fanno gli aperitivi assembrandosi.

Mi piacerebbe che tornasse il virus, un aumento, sì contenuto, dei casi, un parziale nuovo lockdown. Ma temo che in estate non succederà proprio nulla di tutto ciò. Potrebbe accadere a settembre-ottobre, ma lì non sarebbe molto gradito nemmeno a me, preferirei in estate, se proprio. Tipo il periodo di Ferragosto :D sarebbe bello un parziale lockdown.

Sì sono abbastanza stronzo ma sono abbastanza stufo della gente e del mondo. Ora si è scoperto che si può fare smart working. Ma vaffanculo. Che se si fossero svegliati 10 anni fa era meglio.

C'era un silenzio in città (non vivo in città ma m'immagino le città silenti... che sogno), poco inquinamento, poche auto. Un mondo perfetto. Se non fosse per i morti, e di quello mi dispiace... non mi dispiace minimamente per il lockdown, invece. Anzi, mi dispiace adesso che sia finito.

Mi rompe le palle uscire. Anche per il virus. E l'idea di mettere il naso al market o in negozi, ancora peggio. Idem usare i mezzi pubblici. Ma non mi piace guidare.

È in realtà un casino questa fase 2 e successive, in era coronavirus. Sono inquieto, e non so come affrontare. Mi verrebbe da non uscire mai più, e comprare tutto online. Assecondo?


Mauro Enemyofthesun

giovedì 14 maggio 2020

In bilico tra fase 1 e fase 2

Pubblichiamo una nuova riflessione di Mauro Enemyofthesun, fondatore di questo blog, a proposito della pandemia.

Fase 2? Giammai.
Io sono in fase 1.

Distanziamento sociale? è un sogno, peccato davvero non averne potuto approfittare, e ormai va diminuendo.
Se prima facevo, con fatica, con ansia, cose normali come andare in un negozio di abbigliamento, o un supermercato, ora mi sto facendo moltissimi problemi e non ho messo più piede in un supermercato dopo il 7 marzo. Anche i miei genitori si fanno mandare la spesa a casa settimanalmente.

Per l'abbigliamento, temo dovrò cominciare a considerare seriamente l'acquisto online, o perlomeno il ritiro in negozio, proprio per limitare (anche in futuro, tra diversi mesi) di stare in negozio più del minimo necessario.
Ho problemi anche con i corrieri (anche prima del virus), ma certo tra l'ansia di attendere un corriere e quella di girare per un negozio e provare cose in epoca Covid, direi che è più agevole la prima.

È che sono anche particolarmente esigente e puntiglioso (così dicono), e limito molto gli acquisti, anche perché fatico a trovare qualcosa che mi convinca di comprare. Finora (prima del lockdown) mi sono servito per l'abbigliamento e la spesa alimentare nei negozi fisici, nonostante l'isolamento complessivo della mia esistenza.

Uscire? passeggiata nei dintorni, prima o poi, sì.
Andare lontano? magari in posti affollati?
No no, ora è proprio da escludersi, se già prima lo evitavo accuratamente.

Ripeto, non è che se a luglio/agosto tutti riprendono a girare, far festa, baldoria, locali, spiagge, io penso "ok, è passata, anch'io faccio quello che facevo prima" (nulla di tutto ciò, comunque).
Non credo proprio. Per me è proprio un punto di non ritorno.

Distanziamento sociale ancora più motivato dal fatto di stare alla larga da chi frequenta gente e ha molte probabilità (presenti e future) di essere positivo al coronavirus o a qualche analogo (anche peggiore!) virus futuro.
Se proprio devo incontrare qualcuno... che sia una persona estremamente solitaria, come me. E che si vada in luoghi solitari. Senza mascherina, attenderò la fine degli obblighi, più un lungo periodo di precauzione successivo, ma non mi va di girare con una mascherina.



Ci sarà poi il vaccino? comunque non certo così presto.
E se ci fosse un altro virus, magari anche più virulento e letale, in futuro?
Non sono mai stato particolarmente ipocondriaco, ma ultimamente, tra voglia innata di distanziamento e paura del virus e di virus futuri, mi pongo riflessioni molto radicali.

Non ci sarà un ritorno a nessuna normalità, non per me. Forse è questa attuale la normalità. Quella di prima era imprudenza? Sottovalutazione?
Per qualcun altro non è che una fase fastidiosa temporanea da lasciarsi prima possibile alle spalle, per riempire nuovamente locali, ristoranti, luoghi turistici, palestre, cinema, ecc.
E io da questi luoghi e queste persone sto alla larga!

Mi sento tuttora in fase 1, e chissà ancora per quanto tempo.

domenica 12 aprile 2020

The Path

Look at stars above
Drop your heavy load
Walk the path of love
Walk the road to God

Guarda le stelle lassù
lascia cadere il tuo carico pesante
cammina sul sentiero dell’amore
cammina sulla strada che va a Dio.

Tomas


lunedì 6 aprile 2020

Inno allo Spirito Santo

Inno alla Spirito Santo di Simone detto il nuovo Teologo, santo e mistico cristiano ortodosso (intorno all'anno 1000). Sono evidenti le similitudini con la teologia (semi)agnostica del divinitismo.

"Se la creatura comprendesse il creatore e lo pensasse interamente qual'è e potesse esprimerlo con la parola o la scrittura, il prodotto sarebbe più potente del suo creatore" (Inno 21:144-7)



Vieni, luce vera.
Vieni vita eterna.
Vieni, mistero nascosto.
Vieni tesoro senza nome.
Vieni realtà ineffabile.
Vieni persona inconcepibile.
Vieni, felicità senza fine.
Vieni, luce senza tramonto.
Vieni, risveglio di chi dorme.
Vieni, risurrezione dei morti.
Vieni, o potente, che sempre fai e trasformi le cose col tuo volere.
Vieni, invisibile, intangibile e impalpabile.
Vieni, tu che sempre rimani immobile,
e ad ogni istante ti muovi e vieni a noi
addormentati negli inferi, tu che sei sopra i cieli.
Vieni, nome diletto e ovunque ripetuto,
di cui non possiamo esprimere l’essere
né conoscere la natura.

Vieni, gioia eterna.
Vieni corona incorruttibile.
Vieni, porpora del grande re nostro Dio.
Vieni cintura cristallina e costellata di gioielli.
Vieni destra sovrana.
Vieni, tu che hai desiderato la nostra povera anima.
Vieni tu, il Solo verso chi è solo.
Vieni tu che mi hai separato da tutto
e fatto solitario in questo mondo.
Vieni, tu diventato in me desiderio.
Vieni mio soffio e mia vita.
Vieni, consolazione della mia povera anima.
Vieni, mia gioia, mia gloria, mia delizia senza fine.

Ti ringrazio d’essere sceso a diventare
un solo spirito con me, senza confusione,
senza mutazione, senza trasformazione,
tu il Dio al di sopra di tutto,
e d’esserti fatto a tutti cibo ineffabile e gratuito
che senza fine straripi inesauribilmente
e zampilli alla fonte del mio cuore.

Grazie per esserti fatto per me luce senza tramonto,
sole senza declino, perché non hai dove nasconderti,
tu che riempi l’universo della tua gloria.
Siamo noi invece a volerci nascondere da te.

Vieni Signore, pianta oggi in me la tua tenda ;
costruisci la tua casa e rimani eternamente
inseparabilmente in me, tuo servo, perché alla fine anch’io mi ritrovi in te
e con te regni, Dio al di sopra di tutto.

Conservami incrollabile nella fede, e vedendoti,
io che son morto, vivrò ; e possedendoti,
io il povero, sarò sempre ricco più di tutti i re ;
e mangiandoti e bevendoti, vestendomi di te, vada di delizia in delizia:
tu sei il vero bene, la vera gloria, la vera gioia ;
a te appartiene la gloria,
o santa, consustanziale e vivificante Trinità,
ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Amen

Tomas

domenica 5 aprile 2020

Per il dopo-epidemia

Propongo un messaggio di Mauro, fondatore di questo blog, pubblicato sul suo profilo Facebook, che mi trova molto d’accordo… mi auguro che da questa emergenza nasca qualcosa di nuovo, che ci sia in molte persone il coraggio di fondare e portare avanti nuove forme di solidarietà, in vista di una società diversa.




I contagi si ridurranno ma la possibilità che lo stesso virus o un altro virus simile, anche più mortale, possa diffondersi in futuro, rimarrà sicuramente per sempre.

E non lo dico per terrorizzarvi ma per farvi riflettere. Bisogna cambiare mentalità, era errata quella precedente.

Ci sentivamo immortali, potevamo andare ovunque, assembrarci, sprecare, e la natura piano piano ci sta facendo pagare il conto.

Mi auguro che non ci sia un ritorno alla "normalità". Assolutamente no.

Ma che ci sia una rivoluzione culturale ed ambientale. Che certi stili di vita consumistici ed eccessivamente aggregativi cedano il posto a uno stile di vita più austero e intimo, fatto di poche persone, di rivivere la casa e gli spazi aperti.

Se proprio volete ammucchiarvi in decine di persone, esiste il web, stiamo in tanti sui gruppi ma ciascuno a debita distanza.

Possiamo studiare e lavorare da casa? ebbene, facciamolo, potenziamo questa possibilità.

Possiamo comprare anche cibo da casa? va assolutamente potenziato ciò, non devono arrivare solo oggetti spesso inutili a casa, soprattutto la spesa alimentare dev'essere accessibile a casa o almeno il ritiro al supermercato.

Deve finire il girare a vuoto, per noia, tra negozi, sprecando benzina con le auto, riempiendo le piazze senza un valido motivo, andando in locali quando si potrebbe passare il tempo in maniera più sicura e proficua.

Quando sarete entrati nella nuova ottica, sarà tutto più semplice per voi.

giovedì 26 marzo 2020

Sii benigna con me...

Tomas, amante delle tradizioni religiose mediterranee e devoto della Dea Madre (che svolge un ruolo centrale nel divinitismo, il sistema religioso da lui ideato), ci propone un estratto di un antico inno magico a Selene, tratto dai Papyri Grecae Magicae, I, IV, 2786.

La devozione alla Dea Madre, o Grande Dea, è fondamentale per Tomas e me nel nostro sforzo di vivere una vita divina, l’unica degna di essere veramente vissuta. La Dea ci aiuta in ogni nostro sforzo, ed è sempre pronta a mostrarsi a noi in visione e in meditazione. Da questo frammento possiamo vedere quanto sia potente questa Regina dell’Universo, quanto sia padrona del cosmo e sollecita verso i suoi devoti e devote. È decisamente uno dei lati più affascinanti del Divino, del Grande Mistero.


Sii benigna con me e ascoltami graziosamente 
tu che l'ampio cosmo governi di notte, 
che temono i demoni e di cui tremano gli immortali, 

Dea esaltatrice di uomini, dai molti nomi, nata bella, 
dagli occhi di toro, dotata di corna, generatrice di Dèi e uomini, 
e Physis, Madre Universale: giacché tu erri nell'Olimpo 
e vaghi attorno l'ampio e infinito abisso, 

principio e fine sei tu e su tutti regni tu sola: 
da te è tutto e in te, o Eterna, finisce tutto...


Illustrazione di Patrisska | DeviantArt

domenica 1 marzo 2020

La vita è così

... E non chiamare nessuno
quando stai male,
tanto con gli stronzi
è inutile parlare.

Bere una birra
seduto per strada,
farsene un'altra,
la paranoia è passata.


Vivere, lottare,
imparare a campare,
soffrire, godere,
continuare a sognare...


Tomas




sabato 29 febbraio 2020

EMERGENZA CLIMATICA!!

Pubblichiamo un appello giratoci da Tomas, attivo in vari gruppi di attivisti per la società e molto attento alle questioni ecologiche e climatiche.

Aumenta lo scioglimento dei ghiacci al Polo Sud, dove è stata registrata a Febbraio la temperatura record di 20,7 gradi.

In Antartide, dagli anni '80, la quantità di ghiaccio persa ogni anno si è moltiplicata per sei volte, ed in alcune sue zone la temperatura è aumentata di tre gradi negli ultimi 50 anni, come dichiara l'Organizzazione Metereologica Mondiale.

Sono urgenti misure drastiche a livello nazionale e mondiale per contrastare il cambiamento del clima, che potrebbe, o forse lo ha già fatto, innescare reazioni a catena di gravità incalcolabile.



Il nostro governo e le grandi potenze, le principali responsabili delle emissioni inquinanti, stanno facendo pochissimo in questo senso, mentre la crisi climatica peggiora rapidamente. Anche la COP25, la conferenza ONU sul clima, si è conclusa con un sostanziale nulla di fatto.

Chiediamo provvedimenti radicali per fermare questo disastro, prodotto da un sistema scellerato, finalizzato al profitto dei pochi privilegiati ai danni della grande maggioranza della popolazione e dell'ecosistema.

Anche in Italia la lotta all'inquinamento dovrebbe essere tra le priorità, oltre che per l'emergenza globale, perché la Pianura Padana è l'area più inquinata d'Europa, e per il livello delle emissioni nelle grandi città, come recentemente a Roma, per esempio.

Mobilitiamoci tutti/e per il futuro del pianeta e dell'umanità !!

Difendendo l'ambiente naturale difendi anche tutti gli esseri viventi !!

Tomas

venerdì 21 febbraio 2020

Una risata cosmica?

Riflessioni nate durante una passeggiata in uno dei miei posti del cuore, il Parco Agricolo del Ticinello a Milano, con aggiunte e approfondimenti vari. I luoghi del cuore possono essere molto fecondi.

Da quel luglio 2007, quando ho iniziato a frequentare “l’ambiente” della fobia sociale, sono passati quasi tredici anni: un terzo della mia vita. All’inizio, la mia esperienza su Internet da poco scoperto (anche Internet ormai occupa un terzo della mia vita, il terzo più fecondo ed esaltante, in tutti i sensi) verteva, diciamo per una buona metà, su quel forum. La mia non è stata certamente una frequentazione solo virtuale, anzi, in me è stata chiara fin da subito l’intenzione di frequentare un gruppo “fisico” di persone, come quello adolescenziale che avevo abbandonato pochissimo tempo prima.

Tante sono state le vicende da allora, anche soltanto quelle che ruotano attorno ai due anni e poco più che ho passato effettivamente sui forum fobici (per non parlare di quelle relazioni che, tra alti e bassi, sono andate avanti per molti anni ancora), che sarebbe lungo anche solo accennarvi, e già, nel corso del tempo, vi ho riflettuto sopra molto più del necessario.

Ciò che mi è venuto in mente al Parco del Ticinello è qualcosa di nuovo, forse un segno del passare del tempo: molte vicende che fino a poco tempo fa mi apparivano, se non tragiche come nel momento stesso in cui io e l’altro/a fobico/a ne eravamo protagonisti, certo umilianti e ben poco edificanti, anche a distanza di molto tempo, in quel momento di vera e propria illuminazione mi sono apparse risibili, come degli insignificanti momenti di una danza cosmica, o per meglio dire di una sterminata risata universale, che echeggia sonora da una parte all’altra del Creato, o, se preferite, una piccola parte di uno degli della commedia che si svolge da milioni di anni sul palcoscenico del mondo.

Non sto dicendo solamente che, dal punto di vista dell’Universo, le nostre meschine vicende non si vedono nemmeno al microscopio, ma che, in quel momento almeno, nemmeno io le vedevo al microscopio, il che, paradossalmente, è una notizia non da poco, forse il segno di un ulteriore passo in avanti nella mia vita.

Spesso ho ripetuto che frequentare l’ambiente della fobia sociale mi ha tirato fuori dal mio guscio e mi ha fatto crescere, ed è vero, ma, in tutti questi anni, il senso di vergogna e di umiliazione per certi episodi non se n’è mai andato. In quel momento invece, in quel parco, seduto su quella panca in pietra, tutto questo mi si è rivelato per quello che è effettivamente: un minuscolo passo di una danza cosmica, in quanto tale enormemente più grande di me e di qualsiasi cosa possa capitarmi (pur importante per il mio karma, e per determinare chi sono).

Forse mi sto avvicinando a quelle correnti di pensiero che propugnano la risata come cura, se non per il mondo tutto intero, almeno per il benessere della persona? Non credo, dopo quel momento, quasi una settimana fa, non mi è più capitato di avere pensieri del genere, ma che mi sia venuta un’illuminazione del genere, che mi ha aiutato a mettere nella giusta prospettiva eventi il cui dolore ho trascinato a lungo con me, è un segno che sto andando nella giusta direzione. Uno dei tanti.

Giacomo Tessaro

giovedì 30 gennaio 2020

Cos'è l'I Kuan Tao, in breve

Ringrazio Tomas per avermi richiesto una breve descrizione della religione presso la quale ho ricevuto il Tao, per una delle sue pagine Facebook. È una presentazione scritta dal punto di vista del sincretismo religioso, che è uno dei maggiori punti di interesse mio e di Tomas, ma credo vada bene come introduzione generale. Non mancherà occasione, in un prossimo futuro, di parlare più estesamente dell'I Kuan Tao.

L’I Kuan Tao (Yiguandao nella trascrizione pinyin della lingua cinese), ovvero “la Via che conduce all’Uno”, è una religione sincretica cinese che ha preso forma nei primi decenni del ‘900, ma rifacendosi a tradizioni molto più antiche. Questa religione attinge infatti a piene mani dalle dottrine e dalle iconografie della religione popolare cinese, misto di taoismo, confucianesimo e buddhismo, e si rifà anche, in parte, al cristianesimo (importanza della Bibbia) e all’islam (la cui preghiera comune assomiglia in modo sorprendente a quella I Kuan Tao). A seconda del luogo e della divisione a cui appartiene, una congregazione locale può studiare approfonditamente i testi classici cinesi, oppure rifarsi in modo particolare al buddhismo, oppure ancora dare grande rilevanza alla Bibbia e a Gesù.



Interessante il pantheon I Kuan Tao: vengono venerate diverse figure di Buddha, “santi”, immortali e antenati, tutti subordinati all’Eterna Madre Primordiale, espressione compassionevole del Tao, che nell’altare è simboleggiata da una lampada accesa. Oltre alla Lampada della Madre, su un altare I Kuan Tao compaiono quasi sempre il Buddha a venire, ovvero Maitreya (a volte sostituito dal Buddha storico Shakyamuni), la Bodhisattva Guanyin (Avalokitesvara per gli Indiani e Kannon per i Giapponesi, che simboleggia l’infinita compassione), e il Buddha vivente Jigong, singolare figura di monaco della più pura tradizione cinese. In mancanza di statue adeguate, queste possono essere sostituite da uno specchio. Le figure delle tradizioni asiatiche, inoltre, possono essere sostitute da immagini cristiane.

Su un altare non possono mai mancare nemmeno piramidi di frutti di stagione, sacrificio incruento offerto alla Madre e ai Buddha. Tutto il culto I Kuan Tao, infatti, è un culto di ringraziamento e di lode, con prostrazioni ritmiche che, come detto, ricordano la preghiera islamica (pur essendo l’I Kuan Tao tutt’altro che iconoclasta).



L’I Kuan Tao è un interessante esempio di religione che, uscita dall’alveo della tradizione cinese, ha saputo conquistare molti praticanti non solo tra i Cinesi risiedenti nei Paesi asiatici, in Europa e in America, ma anche fra gli Occidentali e gli abitanti del subcontinente indiano. I maestri e le maestre I Kuan Tao offrono il Tao a chiunque si senta spinto a riceverlo, ma senza chiedere a nessuno di cambiare religione: ricevere il Tao è necessario per sfuggire con facilità alla ruota del samsara, ma l’I Kuan Tao insegna che ogni religione promana dal Tao, ed è una strada verso il Tao stesso. C’è poi la possibilità di vivere questa tradizione come religione vera e propria, con templi e riti, ma senza il bisogno di rinnegare la propria religione di partenza. 

Giacomo Tessaro

domenica 19 gennaio 2020

Giornata mondiale dell'ansia sociale

Il 1 febbraio si terrà la giornata mondiale dell'ansia sociale (o fobia sociale). Colpisce quindici milioni di americani e il 7% della popolazione. Chi ne è affetto teme il giudizio altrui, stesso motivo per cui scrivo con uno pseudonimo. Ogni sociofobico è diverso. C'è chi non riesce a mangiare in pubblico, chi ha paura di essere visto.  Da Wikipedia: "La fobia sociale, detta anche socio fobia, o disturbo di ansia sociale, è la paura intensa e pervasiva di trovarsi in una particolare situazione sociale, o di eseguire un tipo di prestazione, che non sia, a chi ne è affetto, familiare, e da cui possa derivare la possibilità di subire un giudizio altrui".
Dell'iniziativa hanno parlato in una trasmissione televisiva su Rock tv.
Se volete condividere, ci fa assolutamente piacere. E' bene fare informazione e diffondere le conoscenze su questo disturbo.

sabato 18 gennaio 2020

L'estensione creativa del sé

Inauguriamo la collaborazione di Angela con una sua riflessione sulle illusioni che il nostro futuro sarà esattamente come lo immaginiamo noi.

L'illusione è sempre frutto di una pregressa fantasia, lavoro di immaginazione, in quanto, di per sé, estensione del momento presente. È sostanzialmente una protesi di noi stessi, che ci proiettiamo in un momento futuro e in una realtà assolutamente indefinibili, in parte causali, ma anche frutto di azioni e scelte che ancora non abbiamo compiuto, ma in questa autoillusione tutto è irrazionalmente assiomatico per noi.

Consideriamo già vere o false tutte le variabili future sulla base delle costanti presenti e della nostra abilità nel creare percorsi anticipatamente tracciati. Tutto è come vorremmo che sarà, mettendoci anche una buona parte di egosintonia, costruendo un mondo basato sui nostri bisogni da soddisfare, che in quel tempo futuro saranno obbligatoriamente aspettative esaudite.

Ci nutriamo dell'illusione in quanto, pur sapendo inconsciamente che potrebbe non verificarsi quello che ci aspettiamo, è necessario per orientarsi nell'attimo presente da vivere, per questo non la ritengo necessariamente una fuga dalla realtà, ma più una forma di aspettativa che diventa convinzione; senza di essa il futuro sarebbe solo una schermata grigia, un continuum di aut-aut, e non potremmo sapere quale corno del dilemma sceglieremo, e a cosa porterà.



Chiaramente non lo possiamo sapere nemmeno illudendoci o sognando, ma almeno diamo una vernice e un colore alla nostra vita futura, sia che divenga corrispondente ai nostri desideri, sia che non lo diventi.

L'importante è considerare sempre l'esistenza di condizioni aleatorie che possono impedire il verificarsi degli eventi. A quel punto subentra un'altra facoltà importantissima dell'uomo, l'adattabilità, quella che ci consente di far fronte a dinamiche del tutto impreviste, facendole diventare gestibili.

Nel momento in cui avviene la disillusione abbiamo sempre la capacità di sopravvivere in altri modi, trasformando a volte anche parti del nostro sé per poterci adattare a ciò che il futuro ci propone.

Questo è un ragionamento del tutto personale, non ho mai studiato né filosofia, né psicologia.

Angela

giovedì 16 gennaio 2020

Paura del destino

Tomas ci propone un'altra citazione di Carl Gustav Jung. Non mi sentirei di scrivere nemmeno queste pochissime righe di commento, perché davvero in questa citazione sta gran parte del dramma della vita di molti introversi e sociofobici, affamati di vita, ma incapaci di viverla appieno. Direi che in parte la causa è da rinvenire nella natura stessa dell'introversione (e tanto più della fobia sociale), ma in gran parte, e qui mi limito a parlare degli introversi, la scarsa comprensione della natura di questa "cosa" misteriosa che abbiamo dentro, che tutti sembrano disprezzare, chiude all'introverso la porta di molte esperienze che, in realtà, potrebbe benissimo fare. Altro cosa, credo, è quell'eterna esitazione che non ci permette di lanciarci nemmeno in acque tranquille, per paura di fallire. Non so se sia tipica degli introversi, ma mi ci ritrovo appieno, meno di un tempo, ma è comunque un tratto ancora molto presente in me.



La paura del destino è un fenomeno assai comprensibile, perché il destino è incalcolabile, incommensurabile, pieno di pericoli sconosciuti. L’eterna esitazione del nevrotico a lanciarsi nella vita è prontamente spiegata da questo desiderio di stare da parte per non essere coinvolto nella lotta pericolosa dell’esistenza. Ma chiunque rifiuti di fare esperienza della vita deve soffocare il proprio desiderio di vivere - in altre parole, deve commettere un parziale suicidio. 

Giacomo Tessaro

lunedì 13 gennaio 2020

Solitudine e isolamento

Inauguro la collaborazione di Tomas a questo blog riportando, su sua richiesta, un piccolo brano di un autore a noi molto caro, Carl Gustav Jung, autore fondamentale in una ricerca spirituale come la sua e la mia (di cui, a tempo debito, parleremo). Ecco dunque una citazione tratta dal Libro Rosso di Jung:

" [...] una certa solitudine e un certo isolamento sono le condizioni di vita indispensabili per il benessere nostro e degli altri, altrimenti non si può  essere sufficientemente se stessi."

È una verità che molti sociofobici e introversi non comprendono, non valorizzando quindi la solitudine e l'isolamento. La società ci spinge altrove, lontano dalle nostre vere spiagge, e i risultati di questo naufragio e di questa distorsione molti sociofobici e introversi, come me, l'hanno provato sulla propria pelle; pochi, però, forse aprono gli occhi a una verità lapalissiana come quella che ci propone Jung: la solitudine e l'isolamento, in certe dosi, per essere se stessi.



C'è chi si adatta a cose lontanissime dal proprio carattere, c'è chi apre gli occhi a semplici verità. A ognuno il suo. Non mi resta che augurare a ogni essere umano di ritrovare la sua meta nel mare di questo mondo.

Giacomo Tessaro

domenica 12 gennaio 2020

Continuiamo il viaggio

Come spesso capita, anche a blogger molto più attivi, solerti e famosi di me, questo blog è rimasto anche troppo tempo inattivo. Non che nel frattempo la mia vita si sia fermata, grazie al Divino: sono stato attivo più che mai, anche nella vita fuori dal Web, e anche di questo sono grato al Divino. Ne parlerò a tempo debito. Ho un progetto di rilancio di questo blog piuttosto ambizioso, e sto cercando di coinvolgere alcuni miei amici, come Tomas, che già mi sta suggerendo degli spunti da pubblicare.

Spesso in questo blog ho accennato (se mai sia possibile farlo) al Tao: e il Tao ho ricevuto, non leggendo un articolo, ma "nella vita reale", in un tempio di Roma. Anche di questo renderò conto, possibilmente assieme a un mio amico, "compagno di Tao", compagno nella Via e padrino di battesimo.

I tempi del Gruppo chiuso. Per persone chiuse, gestito da Mauro, sono ormai lontani, da tempo sono fuori senza rimpianti, ma grazie ad esso ho potuto conoscere gente che, a distanza di tre anni e mezzo, sento ancora, e altre persone di cui conservo un bel ricordo, pur essendosi perse. Anch'esse sono una traccia che mi ha lasciato il Divino.

Continuo quindi il viaggio, anzi, lo continuiamo, perché ora spero di essere, meno di prima, una voce che grida nel deserto.

Giacomo Tessaro