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sabato 18 gennaio 2020

L'estensione creativa del sé

Inauguriamo la collaborazione di Angela con una sua riflessione sulle illusioni che il nostro futuro sarà esattamente come lo immaginiamo noi.

L'illusione è sempre frutto di una pregressa fantasia, lavoro di immaginazione, in quanto, di per sé, estensione del momento presente. È sostanzialmente una protesi di noi stessi, che ci proiettiamo in un momento futuro e in una realtà assolutamente indefinibili, in parte causali, ma anche frutto di azioni e scelte che ancora non abbiamo compiuto, ma in questa autoillusione tutto è irrazionalmente assiomatico per noi.

Consideriamo già vere o false tutte le variabili future sulla base delle costanti presenti e della nostra abilità nel creare percorsi anticipatamente tracciati. Tutto è come vorremmo che sarà, mettendoci anche una buona parte di egosintonia, costruendo un mondo basato sui nostri bisogni da soddisfare, che in quel tempo futuro saranno obbligatoriamente aspettative esaudite.

Ci nutriamo dell'illusione in quanto, pur sapendo inconsciamente che potrebbe non verificarsi quello che ci aspettiamo, è necessario per orientarsi nell'attimo presente da vivere, per questo non la ritengo necessariamente una fuga dalla realtà, ma più una forma di aspettativa che diventa convinzione; senza di essa il futuro sarebbe solo una schermata grigia, un continuum di aut-aut, e non potremmo sapere quale corno del dilemma sceglieremo, e a cosa porterà.



Chiaramente non lo possiamo sapere nemmeno illudendoci o sognando, ma almeno diamo una vernice e un colore alla nostra vita futura, sia che divenga corrispondente ai nostri desideri, sia che non lo diventi.

L'importante è considerare sempre l'esistenza di condizioni aleatorie che possono impedire il verificarsi degli eventi. A quel punto subentra un'altra facoltà importantissima dell'uomo, l'adattabilità, quella che ci consente di far fronte a dinamiche del tutto impreviste, facendole diventare gestibili.

Nel momento in cui avviene la disillusione abbiamo sempre la capacità di sopravvivere in altri modi, trasformando a volte anche parti del nostro sé per poterci adattare a ciò che il futuro ci propone.

Questo è un ragionamento del tutto personale, non ho mai studiato né filosofia, né psicologia.

Angela

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