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giovedì 26 ottobre 2017

Yallah! En route... Parte seconda

Il cammino della vita
non è certo solo metaforico.
C’è chi si vanta
di aver frequentato un’antica università:
quella della strada.

Io preferisco i sentieri,
quelli battuti dai pellegrini
o dai montanari,
che salgono piano in vetta
o portano in un luogo desiderato.
Anche se la strada è piana
non è detto che non sia accidentata
o che non ti possa portare in cima.

Non smetterò di camminare
nemmeno quando le gambe non mi reggeranno più:
allora saranno i sogni e il cuore a portarmi lontano.

Giacomo Tessaro

martedì 3 ottobre 2017

Yallah! En route...

Spesso si sente parlare dei benefici dell’esercizio fisico, partendo dai semplici correre e camminare, anche senza fare sport vero e proprio. Non ho mai digerito gli sport di squadra: non ho mai imparato a giocare decentemente a calcio, per quante volte ci abbia provato; di calci a un pallone ne ho tirati veramente tanti dai 10 ai 13 anni circa, e anche successivamente ci ho provato più volte, ma con scarsissimi risultati. La pallavolo è sempre stata un supplizio per me, uno sport per il quale non ho nessuna affinità, e che dolore terribile ai polsi quando battevo la palla! Ho giocato diversi anni a minibasket, che in un certo senso mi piaceva (anche se all’epoca non avevo certo chiaro cosa mi piacesse e cosa no), ma era difficile legare con gli altri bambini, desiderosi di vincere e di farsi notare, io così goffo che alla fine non ho imparato nulla del gioco.

Dopo la fine del liceo ho abbandonato qualsiasi tipo di attività sportiva, anche lo sci, che pure ho amato molto (all’epoca, 17 anni, preferivo uscire il sabato sera: come mi sono pentito di quella scelta...), e l’alpinismo, salvo sporadiche uscite: difficile trovare qualcuno con cui andare in montagna, che sia spesso disponibile, abbia l’automobile, sia paziente… Tante volte avrei voluto iscrivermi al CAI, ma le mie difficoltà con l’ambiente in cui vivo me l’hanno sempre impedito. Così, qualche anno fa, approfittando di alcuni casi fortuiti, ho preso a camminare molto in un contesto urbano o semiurbano, per andare a trovare un’anziana signora in un Comune limitrofo al mio, ma anche a Milano e Torino, spesso, invece di prendere i mezzi pubblici, amo camminare, magari munito di una cartina, libero, con un rischio molto remoto di incontrare qualcuno che faccia parte della mia vita precedente, quella di prima di Internet.



Thich Nhat Hanh ha scritto pagine stupende sul camminare in consapevolezza, parte integrante della sua proposta spirituale; da tanto tempo desidero seguirlo, in questa come in altre cose, ma la mia difficoltà a seguire proposte strutturate in maniera costante me l’ha sempre impedito, perciò cerco di avvicinarmi alla meditazione camminata a modo mio, una volta questo aspetto e una volta quell’altro (in particolare, l’osservazione di quanto mi circonda lungo la strada), cercando di abbandonare la frenesia nel raggiungere un obiettivo qualsiasi: sì, perché di mio cammino molto, molto velocemente, anzi il mio passo è una via di mezzo tra la camminata e la corsa; non di rado rischio di travolgere qualcuno lungo la strada e che irritazione quando trovo davanti a me delle persone che camminano lentamente! Tutto questo certo mi dà l’idea di quanto sia lontano dall’ideale di Thich Nhat Hanh, ma di per sé il camminare è esercizio molto più salutare per il corpo e l’anima delle serate nei locali che tanto piacciono agli estroversi e che tanti fobici invidiano, non si sa bene il perché. Sviluppare la consapevolezza mentre si cammina (osservare il passo, il respiro, il battito del cuore, il paesaggio attorno (anche se può essere orrendo), la gente che condivide il marciapiede) credo possa essere un ottimo antidoto contro la tentazione a vivere in modo estroverso, un ottimo esercizio per delle talpe introverse. Non credo serva buttarsi subito sul Cammino di Santiago, basta davvero poco per iniziare, scegliere un itinerario, magari per osservare meglio qualcosa che ci è sempre sfuggito, scacciare la pigrizia, prendere una mattina e partire… tanto, non ci aspetta certo il Sahara!



Enorme è la conoscenza che si può acquisire camminando, la strada della vita non è solo metaforica. Attualmente una delle mie più grandi aspirazioni è camminare regolarmente nei boschi, un sogno così semplice e a portata di mano (tanto più che ho un bosco dietro casa), eppure ancora ben lontano dall’essere realizzato. Ho ancora parecchia strada da fare, ma questo non mi spaventa più come un tempo. Yallah! En route...

Giacomo Tessaro