Limite alcuno non ha questo nostro deserto,
pace alcuna non ha questo cuore mio, quest'anima.
Universi su universi hanno preso immagine e forma:
quale dunque di queste immagini è l'immagine nostra?
Se tu vedrai per la strada una testa tagliata
che verso la nostra piazza sta rotolando,
chiedile, chiedile, i segreti del cuore
e ti dirà il nostro mistero nascosto.
Ah potesse, potesse un orecchio mostrarsi,
capace d'intendere dei nostri uccelli il linguaggio!
Ah potesse, potesse un uccello volare
con il rutilante collare dell'arcano di Salomone!
Che dovrei dir dunque? Che cosa sapere? Che questo racconto
è storia troppo alta per il nostro limitato potere.
Ma come tenere il silenzio, se ad ogni momento
questa mente sconvolta mi diventa ancor più sconvolta?
Pernici volano insieme, e falchi
nell'aria sottile della nostra terra montana,
In un aria che è il settimo cielo dell'aria
al cui apogeo brilla il nostro Saturno.
Non sono i sette cieli sotto al Trono, all'Empireo?
Ma oltre l'Empireo ed il Trono corre la nostra folle rivoluzione!
Anzi, a che parlar di brame d'Empireo e di Cieli?
È verso il giardino di Unione Perfetta che vola il nostro sentiero!
Lascia questo discorso e più non chiedermi nulla,
che la nostra storia è interrotta, è spezzata.
E ormai Salah ad Din*, l'amico, ti mostrerà
la bellezza Suprema del nostro Imperatore e Sovrano.
*Salah ad Din è il maestro successore di Rumi
Tratto da Poesie mistiche, Rizzoli, 1994
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