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martedì 5 settembre 2017

La rentrée

In questo Internet, che per molti versi è il regno dell’effimero, aggiornare regolarmente un blog sembra un’impresa da eroi, anche per qualcuno meno pigro e più inquadrato di me. Quanti blog che ho visto fiorire, magari con decine di post al mese, e poi repentinamente disseccarsi: per incostanza, perché l’autore ha altro per la testa, perché non ha più niente da dire? Quest’ultima ipotesi mi sembra la meno probabile e la meno comune; credo che in molti casi l’impegno di narrare e narrarsi, che a un dato istante e per un certo periodo aveva preso la forma del blog, abbia poi cambiato incarnazione, magari semplicemente un altro blog, con un altro indirizzo, un’altra veste grafica e il tiro modificato.

Penso che una delle cose peggiori dei blog, peggio di questa incostanza universale, sia l’oblio che li avvolge quando, per esempio, la piattaforma cessa di esistere o il proprietario cancella il blog: un oblio che risucchia pensieri, sentimenti, recensioni, sfoghi, glitter faticosi da caricare… sono un accumulatore e un conservatore (di cose, non di idee) fanatico e non posso sopportare che miliardi di post vengano mangiati dal Nulla, perché, per quanto banali e volgari molti di essi siano (stati), hanno comunque significato qualcosa per l’universo soggettivo di chi li ha scritti, che poi è la cosa che veramente conta, soprattutto per noi introversi: non tanto ciò che ci succede, ma come lo filtriamo con il cuore e con la mente; pezzi di vita e brandelli di sentimenti a cui, se non altro, si può guardare a distanza di anni come in un museo.

Non sono mai stato un accanito lettore di blog: ogni tanto ci capito seguendo il filo di un argomento che mi interessa e magari ci resto a lungo, perché quel blog ha molto da dirmi. Avrei voluto (molti anni fa) essere un autore di blog, ma uno di quelli assidui e che scrivono cose molto intelligenti. Molto più incostante di quanto sono ora, il progetto blog non è mai andato oltre una decina di post, scritti oltretutto con una certa fatica. Un annetto fa Enemyofthesun mi propose di scrivere un blog insieme: come potete vedere dalle date, forse in dieci anni che provo a scrivere blog, non ho fatto quei gran progressi. Forse scrivo un po’ più intelligentemente, ma il tempo passa per tutti e inevitabilmente si matura, anche se sei fobico e timido. A mia discolpa posso dire che, rispetto a nove-dieci anni fa, sono infinitamente più preso da progetti vari e la scrittura la coltivo in altri modi. Ma non vorrei che questo progetto-blog languisse: non vorrei che la fobia sul Web si riducesse ai soliti gruppi e fora, che sciorinano più o meno gli stessi temi di anno in anno, non di rado con le stesse identiche parole. Vorrei dare il mio contributo per variare il discorso sulla fobia e l’introversione, per mostrare che sono quello che sono, ma possono essere anche altre cose e che c’è modo e modo di essere fobici, introversi e timidi.

Io ci provo. Tanto, anche se passeranno mesi fino al mio prossimo post, non mi corre dietro nessuno, tanto meno Enemyofthesun.

Giacomo Tessaro

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